martedì 18 marzo 2008

Tibet, Il Dalai Lama: "Temo il peggio".

Sono "centinaia" le vittime della repressione cinese in Tibet. Così ha riferito questa mattina una nota del Parlamento tibetano in esilio a Dharamsala che ha insistito - come il Dalai Lama ieri - nel richiedere una indagine indipendente delle Nazioni Unite e della comunità internazionale sulle conseguenze delle drammatiche proteste dei tibetani di Lhasa e di altre province degli altipiani sotto il controllo cinese. Le autorità di Pechino hanno continuato a negare di aver "usato la forza" e "armi da fuoco" contro i rivoltosi, anche se numerosi testimoni tibetani, stranieri e anche cinesi hanno detto di aver sentito chiaramente numerosi colpi di fucile o pistola in diverse zone della capitale Lhasa di fatto sotto coprifuoco da due giorni.
In questi giorni, oltre alle rivolte di Lhasa, secondo la stessa fonte governativa in esilio, manifestazioni di protesta sono cominciate nelle aree rurali, fuori dalle città in gran parte superpresidiate da soldati cinesi. La più vicina alla capitale nel Tibet centrale si sarebbe svolta a Methokunga, con 7000-10000 partecipanti. In Sichuan sarebbero confermate almeno 10, 14 vittime ad Abe, e altre manifestazioni si sono tenute a Lanchau in Gansu con la partecipazione di ragazzi delle scuole locali. "Ma ormai - ha detto il ministro che preferisce mantenere l'anonimato - la protesta si è estesa a Kardzé, a Jekundo, nell'Amdo, praticamente quasi ovunque".

1 commento:

Anonimo ha detto...

L'atteggiamento tenuto dalla leadership cinese denota una mancanza di senso della realtà, non si può pensare di mantenere il controllo di un paese con le manganellate, lo si può tenere per un giorno, ma poi si ricomincia da capo. La debolezza della reazione dell'allora premier cinese rispetto alle proteste di piazza Tienammen ha fatto evidentemente scuola in negativo, fu infatti messo da parte in un attimo, proprio perché cercò il dialogo e non la repressione. Credo che un grande paese come la Cina dovrebbe tenere coi vicini, e vassalli, un atteggiamento diverso, di apertura e di confronto aperto, come ha chiesto insistentemente il dalai-lama! Speriamo che le acque si calmino il prima possibile!!!
Capatonda