APERTI AL DIALOGO MA…
Le elezioni politiche e amministrative svoltesi lo scorso aprile hanno inequivocabilmente sancito la vittoria del Popolo della libertà e dei suoi alleati.
Il Partito Democratico, invece, deve riflettere sulla sconfitta subita (anche se rappresentare un terzo dell’elettorato costituisce un buon punto di partenza) e mettere in campo un’azione riformista capace di fare un’opposizione severa, ma anche disponibile al dialogo e al confronto sulle riforme più importanti del Paese.
La destra ha il diritto e il dovere di governare il paese e mantenere le promesse fatte in campagna elettorale; tuttavia, senza considerare il caso Alitalia, la partenza non è stata delle migliori: in particolare, la composizione del governo, a metà tra soliti noti e un nuovismo dilettantesco, lascia alquanto a desiderare. Da un lato, Giulio Tremonti, già defenestrato e ripescato nella legislatura 2001-2006, si ripresenta per la quarta volta, con le stesse ricette, sullo scranno di Quintino Sella, sperando lasci a casa la fallimentare finanza creativa e condoni di ogni genere. Dall’altro, le nomine di Angelino Alfano alla Giustizia e di Mara Carfagna (ex subrette) alle Pari Opportunità hanno destato perplessità in quanto per entrambi si ignorano le competenze.
Tuttavia, la cosa però che più ci indigna è la nomina a Ministro di persone che nella legislatura precedente hanno dimostrato una totale assenza di responsabilità istituzionale. Ci riferiamo a Claudio Scajola che definì il professor Biagi (assassinato dalle BR, ndr) “un rompic…”, soltanto perché richiedeva una scorta per la propria incolumità, e al neo-Ministro alla Semplificazione (?), Roberto Calderoli, il quale nel 2006 mostrò in diretta tv una maglietta raffigurante una vignetta di Maometto, ritenuta offensiva dalla comunità islamica
Noi eravamo convinti che la Libia non potesse rivendicare nulla, ne tanto meno porre dei veti in merito la composizione del nostro Governo; tuttavia la nomina di Calderoli ci è parsa davvero inopportuna!
La vergognosa sceneggiata di cui si rese attore, infatti, ha coinciso con uno dei momenti più imbarazzanti dell’Italia repubblicana, proprio perché Calderoli non era una persona qualsiasi amante del folklore, o un militante di base di un movimento estremista, bensì un Ministro, tenuto a servire il paese, rispettare la costituzione e i sentimenti religiosi delle persone. Il fatto che ciò non sia avvenuto dimostra il collasso dell’etica della responsabilità, che ha prodotto (e potrà produrre) danni al nostro Paese.
Siamo convinti che in politica tutti commettano errori, anche i più appassionati; ciò nonostante, riteniamo che, chi compie tali sceneggiate, chi mette a repentaglio il bene pubblico, chi offende così palesemente le sensibilità altrui, chi si rende, in sostanza così inadatto a ricoprire una carica ministeriale, non ha diritto ad una seconda chance, pena il disconoscimento del principio di meritocrazia di cui tanto si parla, e che a quanto pare il Governo IV Berlusconi continua a non mettere in pratica.
Giovani democratici
Carrara
Le elezioni politiche e amministrative svoltesi lo scorso aprile hanno inequivocabilmente sancito la vittoria del Popolo della libertà e dei suoi alleati.
Il Partito Democratico, invece, deve riflettere sulla sconfitta subita (anche se rappresentare un terzo dell’elettorato costituisce un buon punto di partenza) e mettere in campo un’azione riformista capace di fare un’opposizione severa, ma anche disponibile al dialogo e al confronto sulle riforme più importanti del Paese.
La destra ha il diritto e il dovere di governare il paese e mantenere le promesse fatte in campagna elettorale; tuttavia, senza considerare il caso Alitalia, la partenza non è stata delle migliori: in particolare, la composizione del governo, a metà tra soliti noti e un nuovismo dilettantesco, lascia alquanto a desiderare. Da un lato, Giulio Tremonti, già defenestrato e ripescato nella legislatura 2001-2006, si ripresenta per la quarta volta, con le stesse ricette, sullo scranno di Quintino Sella, sperando lasci a casa la fallimentare finanza creativa e condoni di ogni genere. Dall’altro, le nomine di Angelino Alfano alla Giustizia e di Mara Carfagna (ex subrette) alle Pari Opportunità hanno destato perplessità in quanto per entrambi si ignorano le competenze.
Tuttavia, la cosa però che più ci indigna è la nomina a Ministro di persone che nella legislatura precedente hanno dimostrato una totale assenza di responsabilità istituzionale. Ci riferiamo a Claudio Scajola che definì il professor Biagi (assassinato dalle BR, ndr) “un rompic…”, soltanto perché richiedeva una scorta per la propria incolumità, e al neo-Ministro alla Semplificazione (?), Roberto Calderoli, il quale nel 2006 mostrò in diretta tv una maglietta raffigurante una vignetta di Maometto, ritenuta offensiva dalla comunità islamica
Noi eravamo convinti che la Libia non potesse rivendicare nulla, ne tanto meno porre dei veti in merito la composizione del nostro Governo; tuttavia la nomina di Calderoli ci è parsa davvero inopportuna!
La vergognosa sceneggiata di cui si rese attore, infatti, ha coinciso con uno dei momenti più imbarazzanti dell’Italia repubblicana, proprio perché Calderoli non era una persona qualsiasi amante del folklore, o un militante di base di un movimento estremista, bensì un Ministro, tenuto a servire il paese, rispettare la costituzione e i sentimenti religiosi delle persone. Il fatto che ciò non sia avvenuto dimostra il collasso dell’etica della responsabilità, che ha prodotto (e potrà produrre) danni al nostro Paese.
Siamo convinti che in politica tutti commettano errori, anche i più appassionati; ciò nonostante, riteniamo che, chi compie tali sceneggiate, chi mette a repentaglio il bene pubblico, chi offende così palesemente le sensibilità altrui, chi si rende, in sostanza così inadatto a ricoprire una carica ministeriale, non ha diritto ad una seconda chance, pena il disconoscimento del principio di meritocrazia di cui tanto si parla, e che a quanto pare il Governo IV Berlusconi continua a non mettere in pratica.
Giovani democratici
Carrara