lunedì 7 luglio 2008

Quante emozioni!!!

Quando inaspettate le sensazioni e le emozioni sono ancora più piacevoli, lo chiamano effetto sorpresa!
Siamo a Milano in un’afosa ed umidissima giornata di Luglio, migliaia di persone affollano un prato che di solito ospita 22 giocatori di calcio, oggi, invece, coperto da un bianco mantello di plexiglass fa da teatro ad un concerto, il concerto di Ligabue.
Intorno a me tante persone: giovani, giovanissimi con i genitori, uomini e donne provenienti da tutte le parti d’Italia. L’effetto è simpatico, decine di dialetti si mescolano come gli ingredienti dei cocktail serviti da improvvisati gazebo posizionati ai lati del prato.
Tutti sdraiati a terra a vivere l’attesa, importante quanto l’evento; c’è chi beve chi fuma, chi si bacia e chi con audacia cerca di ottenere il numero di telefono delle graziosissime ragazze che si aggirano tra la gente distribuendo gadget di ogni tipo.
Il concerto inizia sul far della sera, i pezzi più o meno noti si susseguono per almeno due ore e prima della fine ecco manifestarsi l’effetto sorpresa.
Mentre dal palco ci raggiungevano le note dell’ultimo singolo “Buonanotte all’Italia” il maxischermo posizionato dietro al palco, proiettava gli articoli fondamentali della Costituzione italiana. Sorpresa! I ragazzi intorno a me smettono di cantare e di ballare e con lo sguardo fisso allo schermo iniziano ad applaudire. Che strano: non eravamo la generazione delle veline e dei calciatori? Capaci di dimostrare interesse solo per i reality show e per il campionato di calcio?
Ma non è tutto, dopo la Costituzione lo schermo proietta delle immagini simbolo, si susseguono i volti Coppi e Bartali di Totò e De sica, Anna Magnani, Enrico Baldini, Falcone e Borsellino, di Aldo Moro ucciso nel bagagliaio di quella maledetta Renault e della gente che affolla Roma durante i funerali di Enrico Berlinguer.
Così finisce il concerto. Quando si accendono le luci e si sciolgono gli abbracci delle coppie, intorno a me centinaia di persone con gli occhi lucidi, rimangono immobili, quasi intontite, me compreso.
Mi è capitato altre volte di assistere a scene come questa ma mi trovavo a qualche festa dell’Unità o al Congresso del partito, mai mi sarei aspettato di viverle ad un concerto.
Tutto ciò significa che abbiamo ancora il coraggio di emozionarci e di riconoscere i valori che la Costituzione italiana e quelle immagini rappresentano.
Cominciamo a rifiutare i colori con i quali ci dipingono e riprendiamoci la nostra dignità disegnando insieme quello che ci appartiene, il nostro futuro.
Ivan Martorini

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